mercoledì 19 settembre 2012

PCO... Ma alla fine ho vinto io!!!

Buongiorno a tutti!
Anche questa volta argomento di interesse prettamente femminile.
Oggi vi parlo della PCO (policistosi ovarica), una "brutta bestia" con la quale combatto da un bel po' d'anni ma con cui ho recentemente siglato una tregua.
Innanzitutto, una premessa: non sono un medico, anzi... Parlo solo per esperienza personale!

La policistosi ovarica, o sindrome dell'ovaio policistico, è il disordine ormonale più diffuso tra le donne in età fertile, nonché una delle principali cause di infertilità femminile. In presenza di questa sindrome, le ovaie assumono dimensioni superiori alla media e presentano al loro interno numerose cisti; a ciò si accompagnano oligomenorrea (cicli irregolari), o addirittura amenorrea (assenza di ciclo mestruale), irsutismo (eccessiva quantità di peli superflui) e, in molti casi, sovrappeso.
Sorvolo sulle cause, le conseguenze e le implicazioni di questo disordine, e passo subito a parlarvi della mia esperienza.
La prima volta che mi è stata diagnosticata, mediante un'ecografia, la PCO, ero poco più che una bambina: 17 anni, la mia prima visita ginecologica. In effetti i campanelli d'allarme c'erano tutti, ed i miei cicli non erano mai, e dico mai, stati regolari. In quell'occasione, la ginecologa mi tranquillizzò, dicendo a me e alla mamma che era sufficiente assumere una pillola anticoncezionale per regolarizzare il ciclo e risolvere (?!?) il problema. Mi fidai e, dopo accurati esami, iniziai ad assumere la pillola. Un anno dopo, per il controllo periodico dalla ginecologa, ripetei le analisi del sangue... L'esito? Un vero disastro. Erano più i valori sballati di quelli nella norma. Per non parlare dei kg in più rispetto all'anno precedente! La ginecologa mi consigliò, a quel punto, di assumere una pillola più "leggera". Dopo qualche mese, altro controllo, altro disastro. E le mie belle cistine ancora tutte al loro posto (e io che pensavo che con la pillola sarebbero sparite... Tse!). Risposta della ginecologa:"Dovresti fare un figlio, per risolvere il problema" e mi prescrisse una "cura" omeopatica... Ditemi voi: se lei avesse avuto di fronte una ragazzina stupida, anziché una diciottenne con la testa sulle spalle, a cosa sarebbe andata incontro?? Inutile dire che da quel giorno quella dottoressa non mi ha più vista. A questo punto mi rivolsi ad un endocrinologo, il quale, dopo analisi su analisi, confermò la diagnosi, ma visti gli effetti che su di me aveva prodotto la pillola, mi consigliò di assumere del progesterone. Con quello i cicli comparivano, ogni tanto, ma certo non tutti i mesi. E io continuavo a non sentirmi affatto bene. Primo anno d'università, su consiglio di un'amica mi rivolsi ad un'altra ginecologa, la quale, di nuovo, mi prescrisse la pillola... Ma io non la ascoltai. Lasciai passare un altro anno, nel quale decisi di non assumere alcun farmaco, e mi accontentai dei miei cicli irregolari (pensate, arrivavo a saltare anche sei mesi...). Quindi mi rivolsi ad un omeopata, il quale mi consigliò una serie di rimedi omeopatici. Il risultato? Perdite continue, ma del ciclo nessuna traccia. Altro esperimento fallito, e intanto i mei kg in più continuavano ad aumentare. Mi rivolsi a questo punto ad un secondo endocrinologo, il quale dopo avermi rassicurato sul fatto che la PCO non mi avrebbe assolutamente causato problemi di infertilità in futuro (???) mi chiese "Ma lei ogni quanto vorrebbe avere il ciclo?"... ASSURDO! Non mi pareva di chiedere la luna, pretendendo un ciclo mestruale!!! Cambiai per l'ennesima volta strada, e mi rivolsi ad un altro ginecologo, il quale mi disse che, dati tutti gli esperimenti falliti, l'idea migliore era non prendere più nulla e accontentarsi di cicli irregolari.
Con quest'ultimo responso ho convissuto per circa un paio d'anni, trascorsi i quali, di nuovo stanca e preoccupata per i ritardi sempre maggiori tra un ciclo e l'altro, ho iniziato a fare ricerche su Internet. In molti casi, cercare patologie, sintomi, conseguenze ecc. sul web è controproducente: si rischia di prendere fischi per fiaschi... Ma io non avevo più nulla da perdere! E così, feci una bella scoperta: un integratore di acido folico e inositolo, senza alcun effetto collaterale, che secondo vari studi scientifici pubblicati in rete (nonché secondo le opinioni di molte persone, riportate nei blog) avrebbe ridotto gli effetti della PCO. In poche parole, queste "bustine magiche", da sciogliere in acqua, una al giorno, promettevano di reintrodurre nell'organismo femminile quelle sostanze che la policistosi non permette di produrre, e di conseguenza regolarizzare i cicli mestruali (per informazioni più precise, vi consiglio di consultare il sito http://www.inofolic.it/). Immediatamente pensai che l'assenza di effetti collaterali mi avrebbe consentito di fare una prova, e così mi recai in farmacia e ne acquistai una confezione (20 bustine). Il primo mese il ciclo arrivò puntualissimo, ma pensai si trattasse solo di una casualità, o tutt'al più di un effetto placebo, tuttavia decisi di proseguire e ne acquistai un'altra scatola. Il secondo ed il terzo mese il ciclo tornò regolarissimo, ed allora mi convinsi che non si trattava di una casualità, bensì di una certezza: quell'integratore funzionava.
Da allora non me ne sono più separata, ed il ciclo non mi ha più creato problemi. Magari nei mesi in cui la mia costanza viene meno, ritarda una decina di giorni, ma mai di più... Ed io ancora stento a crederci.
Assumo Inofolic da ormai due anni, ed ho pure imparato ad acquistarlo direttamente dall'azienda produttrice, anziché in farmacia, perché dovendolo assumere tutti i giorni anche una differenza di pochi euro a confezione si sente, eccome.
E le analisi del sangue? Vi chiederete voi. Mai state così pulite, rispondo. Le migliori mai avute: colesterolo perfettamente entro i limiti, così come glicemia e trigliceridi. Mi resta solo da fare un'ecografia per verificare la situazione delle ovaie, che ho in programma il mese prossimo.
Alla fine ho vinto io!

Spero che la mia esperienza possa essere d'aiuto a quante, come me in passato, stanno cercando disperatamente una soluzione per questo problema. Non disperate e soprattutto non sentitevi sole.

Un bacio, S.

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